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giovedì 14 novembre 2013

I fidanzatini di Peynet

I fidanzatini di Peynet stanno seduti su una panchina: lui la circonda con un braccio e con l'altro le tiene la mano. Lei ha lo sguardo fisso e il viso immobile, dall'espressione sempre uguale; lui, invece, ha un'aria fatua.
Si fa lo shampoo colorato per sembrare più giovane, lo si nota dalla vistosa ricrescita grigia. Vent'anni fa era sicuramente un bel ragazzo, nonostante non fosse proprio un genio e  la malattia mentale ne abbia ulteriormente compromesso le facoltà psichiche.
Lei ha un po' un'aria da arpia, ma è ammalata anche lei e la fissità della mimica è legata probabilmente alle terapie che fa ormai da anni.
Si sono conosciuti tra i letti d'ospedale e saranno già dieci anni che stanno insieme. Lui vede solo lei e, grazie alla ricca pensione gestita dall'assistente sociale, una donna buona e onesta, è ben vestito, profumato e ricopre la sua amata di regali costosi: gioielli, borsette, cellulari, radioline, cosmetici.
Anche lei ha la pensione d'invalidità, ben custodita e poco utilizzata grazie alla prodigalità di lui.
Fantasticano da anni di una vita insieme, vivono di questo sogno senza preoccuparsi di realizzarlo; si scambiano baci appassionati nei quali lui appare perso, mentre lei mantiene la stessa espressione distante. Non vanno oltre quei baci, vivendo di un amore castissimo che si nutre di se stesso. Dopo il bacio, lui la abbraccia col visto trasfigurato e sorride al cielo, felice ed appagato.
L'altoparlante del giardino della clinica trasmette una mazurca; al ritmo di quell'allegro motivetto passeggiano lungo la siepe: i loro cuori danzano.



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