Alda Merini, nata a Milano nel 1931, ha concluso la sua esistenza terrena nel 2009; già poetessa apprezzata, si ammalò nel 1947 di una malattia mentale e dal 1965 al 1972 conobbe la drammatica esperienza del manicomio.
La poesia che segue è tratta dalla raccolta "La volpe e il sipario".
"La mia poesia è alacre come il fuoco,
trascorre tra le mie dita come un rosario.
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnananna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce."
(Da La volpe e il sipario, 1997)
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