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martedì 28 febbraio 2012

Sigmund, come sei lontano…

La dottoressa A.S.
Sedicente futura psichiatra
Oggi vide un folle nel vulcano della propria crisi.
Ebbe terrore della sua violenza.
Eppure, per un ragazzo occhi e barba,
il nome del folle era “Stella”;
posava la fronte sulla sua fronte,
sebbene egli fosse sporco di sangue
e la sua follia facesse ribrezzo.
Io non raccolsi la sua ciabatta,
quasi potesse inquinarmi.
A prudente distanza dal lettino,
dove guizzavano ribelli i muscoli incatenati,
restai a chiedermi se fosse il genere di pazienti
con i quali avrei voluto dividere la vita.

Quello sguardo perso in pensieri sgangherati
E la bocca sdentata.

A.S. 1991 – I rev. 1994 – II rev. 2011

(Pubblicata ne "Il fuoco di Lorenzo", 2011; ed. Ilmiolibro.it)

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Franco Battiato, "La cura"

lunedì 13 febbraio 2012

Barzelletta, con affetto :-)

Per mitigare la drammaticità di questo blog, ogni tanto troverete delle barzellette a tema. Le cose in realtà non sono divertenti come si può pensare, ma dedico anche queste ai miei malati, con tanto affetto.

Un giornalista, andato a visitare un manicomio, intervista un tizio che crede di essere il Papa.
"Come mai è vestito tutto di bianco e impartisce benedizioni a tutti?".
"Vede, figliuolo, io sono il Papa!".
"E quando e' stato eletto?".
"Nessuno mi ha eletto; me lo ha detto Dio stesso!".
Un altro matto li' vicino: "Io??? Ma tu sei matto!!!".

Una scenetta sui "matti"

Tzia Jubanna

Tzia Jubanna (Zia Giovanna) era una donna molto seria, non troppo alta, grossa e con un occhio cieco per un'infezione che aveva preso a causa di un colpo di freddo per essere uscita all'aperto dopo che era stata tanto tempo vicino al forno dove aveva cotto il pane. Era avara con tutti, compresa se stessa, ma se un familiare le diceva di essere in difficoltà, lei non negava mai un aiuto economico.
Era una donna estremamente riservata: mai una parolaccia, una frase scurrile, un commento volgare, un'allusione a questioni sessuali. Mai un pettegolezzo.
Tutte le mattine andava alla prima messa , faceva la spesa quotidiana e, una volta rientrata a casa, non usciva per tutto il giorno e si dedicava interamente alle faccende domestiche e alla cura delle piante del grande cortile. Quando l'età non le consentì più di andare a messa, accendeva la tv e si raccoglieva in preghiera davanti allo schermo che trasmetteva la santa funzione tutte le domeniche.
Tutta la vita la trascorse così, in quel riserbo e in quella operosità.
Nel tempo libero faceva bellissimi ricami e leggeva il giornale, aiutandosi, dopo i quarant'anni, con una lente d'ingrandimento.
I figli crebbero in grande semplicità, erano dei pezzi di pane, laboriosi e di bel carattere.

Un giorno, vide in tv un ballerino con una tuta molto aderente: sorrise e fece un commento salace sui vistosi attributi sessuali di questo, messi in evidenza dall'abbigliamento.
I nipoti e i figli la guardarono sorpresi e imbarazzati: non erano abituati a un comportamento simile da parte di lei.
Fu quello il primo segnale visibile del suo declino cognitivo e più tardi anche fisico, che da allora fu progressivo e abbastanza rapido: diventò sciocca, con lo sguardo tipico di certi vecchietti che si definiscono rimbambiti, diceva cose scurrili e senza nesso logico; cantava canzoncine, spesso storpiandole e faceva rime imbarazzanti.
Era sicuramente divertente, ma per chi, come i figli, l'aveva conosciuta nel suo vero essere, era una pena vederla così ridotta. Alla fine della vita, che arrivò intorno ai settantacinque anni, non era più autonoma e necessitava di essere interamente accudita.
Morì per una crisi respiratoria, in ospedale.
Finalmente il suo viso riacquistò così le antiche sembianze di donna austera. La morte le restituì la dignità perduta.

Renato Zero, "Vecchio"

domenica 12 febbraio 2012

Buongiorno

Buongiorno a tutti, in particolare a mia mamma, alla mia famiglia e ai miei pazienti, con questa bella canzone di Loredana Bertè.

venerdì 10 febbraio 2012

La neve cade su tutti


Giorni di neve intensa; uno spettacolo straordinario, non fosse per il freddo e i disagi. Qualche senzatetto è morto assiderato, mentre tutta l'Italia faceva polemiche se spalare o aspettare che uscisse il sole a sciogliere quel ben/mal di Dio.
Quanti sono i senzatetto, ora che sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici e non ci sono abbastanza soldi per ricoverare quei malati nelle case di cura o nelle rare case famiglia? Quanti sono quelli che, persi gli anziani genitori e non avendo familiari ad accudirli, si trovano giocoforza in mezzo ad una strada, visto che la loro follia è troppo intollerabile?
Quanti sono coloro per i quali queste persone sono alla stregua degli animali randagi?
Ve lo siete mai chiesto?

giovedì 9 febbraio 2012

Voglia di cambiare

Ho deciso di cambiare la struttura del blog. Un po' perchè alcune storie sono state pubblicate e perciò mi dispiacerebbe se qualcuno le usasse come proprie, dal momento che quelle storie sono pezzi di me; un po' perchè vado incessantemente alla ricerca di novità, stimoli, cose interessanti, dato che la noia è sempre in agguato.
Ancora non so bene che farò; certo, il mio lavoro è al centro della mia vita, ma a volte diventa molto soffocante perchè la sofferenza è troppa e davvero ci si sente piccoli e impotenti.
Spero che a qualcuno piaccia leggermi; so bene di essere una sputasentenze, ma mi piacciono le cose che vanno in profondità e sono uno stimolo a migliorarsi di continuo; parlare della vita dei VIP può essere simpatico ma per tempi brevi, così come parlare del tempo o dell'amante della vicina di casa; alla fine ci si arricchisce ben poco.
Vi auguro la buonanotte.